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Canonica Chiesa di San Giorgio

La Canonica

Le origini della canonica risalgono al 1186, quando Urbano III abilita con bolla papale l'insediamento al "Castrum Brinate" dei più antichi canonici regolari Agostiniani Milanesi (i canonici di Crescenzago, del 1140 circa).

Il Papa, Uberto Crivelli, di origine milanese, nella bolla citata richiama lo stato di abbandono in cui versa la chiesa di S. Giorgio di Bemate, fondata su possedimenti paterni. Effettua inoltre donazione di immobili affinché venga eretta una canonica sotto la regola Agostiniana, guidata da un "prepositus" ed un congruo numero di canonici.
La novità importante è costituita dal fatto che in tale definizione papale l'abbazia viene automaticamente sganciata dal punto di vista giurisdizionale dalle pievi di Corbetta e Dairago e quindi dall'arcivescovo metropolita milanese e legata direttamente alla sede apostolica; ecco perché questi monaci furono anche detti "canonici lateranensi".

Sempre in detta bolla viene riservato lo "ius-patronato" di tale canonica agli eredi della famiglia (i Crivelli).

Tale chiesa restò ai canonici di Crescenzago fino al 1498, anno in cui venne assegnata in commenda ad Antonio Stanga, con regolare bolla papale siglata da Alessandro VI. 
In essa si accenna alla costruzione di una nuova canonica, che possa ospitare il priore e 14 religiosi. Sino alla ultimazione dei lavori di ampliamento debbono risiedere il priore con almeno 6 canonici.

La famiglia Stanga contribuisce alle spese di costruzione donando 50 pertiche di terreno. 
Rinunciando successivamente la famiglia Stanga alla commenda, con bolla pontifica del 1511 si effettua la concessione della canonica alla congregazione lateranense. Nel 1512, Tommaso Crivelli, rifacendosi allo ius patronato disposto da Urbano III nel 1186, vende tutti i beni della prepositura. 
Viene raggiunto un accomodamento soltanto nel 1523 tra i canonici lateranensi ed i Crivelli grazie al quale viene assegnata ai Crivelli la terza parte dei beni, con l'onere di costruire una chiesa distante un miglio da Bernate, sotto il titolo di S. Maria della Pace.

Nel 1772 viene effettuata la soppressione della canonica che torna sotto la giurisdizione ecclesiastica ordinaria: in quegli anni viene valutato in 5.000 pertiche di terreno il patrimonio della prepositura.

La Chiesa di San Giorgio


La versione della chiesa. parrocchiale di S. Giorgio, così come si presenta oggi, è di linea seicentesca ed incorpora nella facciata i resti di una struttura più antica. Fu voluta del parroco Don Desiderio Tirone, che ne affidava la costruzione nel 1582 ai maestri di muro Bernardo e Giacomo Mottello di Lonate, sui disegno dell'arch. Martino Bassi.


Il campanile appare snello, tardo-gotico con piacevoli bifore ed archetti.


Qualcuno sostiene che la chiesa precedente si sviluppava in senso perpendicolare alla navata attuale ed i resti visibili all'esterno del tiburio di S. Giorgio che sconfisse il drago, lo dimostrerebbero. 
L'ambiente più interessante è costituito dalla cripta-battistero colonnata di epoca
duecentesca: recenti restauri l'hanno riportata alle originali finiture.


Essa costituiva il centro religioso della comunità che si insediò nel '200 nel borgo di Bernate: in essa venivano custoditi i corpi e le reliquie dei martiri.


Sopra la cripta, secondo la tradizione diffusa, nello stile romanico altomedioevale, sorgeva l'altare per le celebrazioni liturgiche.


L'area sovrastante la cripta, con le cordonature a crociera e la sacrestia, testimoniano comunque, almeno nello stile, l'impronta trecentesca di tipo abbaziale. 
Di estremo interesse è l'altorilievo attualmente ubicato nel presbiterio che sino a qualche anno fa ornava la vecchia sacrestia.


Si tratta di una lunetta di epoca trecentesca di carattere gotico, opera dei Maestri Campionesi.


Essa ricorda la lunetta del maestro di Viboldone (Madonna e due Santi) e la Madonnina 
dell'Acquasantiera di Morimondo (trafugata qualche anno fa). Essa viene attribuita a Bonino da Campione: rappresenta con caratteri vivi e pieni di movimento la Madonna, l'offerente, S. Giorgio e S. Giacomo in una sacra conversazione.


Palazzo Visconti


La parte residenziale della canonica, la cui fronte principale è rivolta verso il Naviglio, è detta anche "castello" o "Palazzo Visconti". 


È un tipico esempio quattrocentesco, posto agli inizi dello sviluppo della villa: rappresenta cioè una costruzione di transizione tra il castello fortificato e la villa rinascimentale di residenza.


Ha infatti la pianta quadrata a cortile chiuso che lo apparenta alle costruzioni castellane ed una grande loggia aperta verso il Naviglio, come negli edifici di "villeggiatura" ed in modo simile all'aspetto primitivo di "Villa Gaia" a Robecco.


Negli interni si conservano soffitti a cassettoni, decorazioni murarie a graffitto e camini di varie epoche.